Nel mio primo viaggio a Canton ho assistito ad un’usanza particolare.
Dovete sapere che in Cina la tavola è apparecchiata usualmente con un piattino, la ciotola per il riso, la tazza per il tè, una ciotolina per le salse, i bastoncini e il loro piccolo supporto.
Stavolta, però, al ristorante notai che al centro del tavolo c’era anche un recipiente di vetro più grande. Chissà a cosa serviva: magari per l’insalata? Che ingenuo!
La risposta mi arrivò poco dopo. La cameriera posò la teiera sulla tavola e mia moglie cominciò a versare nella mia tazza. Stavo per bere, quando tutti cominciarono a fare una cosa che non avevo mai visto: avevano preso i bastoncini e, tenendoli inclinati dentro la ciotola del riso, ci versavano sopra il tè dalla tazza.
Poi lavavano la tazza dentro la ciotola con un movimento circolare, incuranti del liquido bollette sulle mani e continuavano a parlare tra di loro godendosi l’atmosfera.
Tutti conclusero quello che sembrava un vero rituale, versando poi la bevanda nel recipiente di vetro e facendo ruotare la ciotola del riso per lavarne i bordi. Al termine, il liquido versato fu portato via insieme alla ciotola grande.
Ma si usa il tè per lavare???
Mia moglie mi spiegò che si trattava di una tipica tradizione cantonese e che non lo si fa certo perché non ci si fidi della pulizia del ristorante.
È un rituale antico di purificazione e simboleggia il rispetto per il cibo e per gli ospiti.
Per il cibo perché si vuole che le ciotole e le tazze lo accolgano nel modo migliore.
Per gli ospiti, perché è tradizione che chi prima arrivi al tavolo provveda anche a lavare il vasellame e i bastoncini degli altri commensali.
Nei ristoranti cantonesi e ad Hong Kong su ogni tavolo c’è sempre un recipiente più grande, di solito in vetro; guardandomi attorno quel giorno, infatti, tanti altri clienti facevano esattamente la stessa cosa, in un’atmosfera gioiosa e spontanea.
Ma non è uno spreco?
No, il tè versato subito non è buono, bisogna «lavare» anche questo.
Usare il tè per lavare, uno spreco? No, perché il primo tè non è dei migliori. In Cina si preferisce il tè in foglie a quello in bustina. Va “lavato” per ammorbidirlo e intensificarne l’aroma. Così diventa più invitante e non si spreca nulla, lavando ciotole e bastoncini.
Questa pratica, tipica di Canton e ignota altrove in Cina, si chiama Long Wun 啷碗, ovvero “il tintinnio delle tazze”. E infatti insieme alle chiacchiere si sente sempre anche un tintinnare forte!
Ma come si fa?
Per mostrarvi come si fa, le immagini sono meglio di mille parole: ho preparato un piccolo video con l’aiuto di mia moglie, che ringrazio per la collaborazione e per i consigli preziosi.
Anche in questa esperienza, che sembra piccola e banale, c’è un angolo segreto della cultura cantonese.
In questo rituale di purificazione “si lava il tè e si lava con il tè”.